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Anche l'Italia accelera le spedizioni
Dalle autorità britanniche la richiesta di aumentare le scorte fino a sei settimane Aziende al lavoro per garantire stock adeguati in caso di maggior domanda.
L'ipotesi di una Brexit "hard", un no-deal che inchiodi gli scambi tra Regno Unito ed Unione europea dopo il 29 marzo inizia ad entrare nel campo delle probabilità e qualche azienda ha già pensato di attrezzarsi al peggio. Il settore più coinvolto al momento pare quello farmaceutico, dove già da tempo le autorità britanniche sono intervenute chiedendo ai produttori di incrementare le scorte. Richiesta ribadita anche il 17 gennaio con una lettera spedita dal dipartimento della Salute e dell'Assistenza Sociale alla federazione europea di settore e circolata poi tra numerose aziende. «L'ipotesi delle autorità - conferma il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - è che la preoccupazione tra i cittadini britannici spinga ad un accaparramento anomalo e improvviso di farmaci ed è chiaro che anche l'Italia è chiamata a dare il proprio contributo: per noi del resto l'export vale il 70% del business».
Fonte Il Sole 24 Ore