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Domenico Crisarà: scioperiamo per il bene dei pazienti
«È una cosa che non volevamo fare». E che invece «siamo costretti» a fare: mercoledì e giovedì i medici di base del Veneto non apriranno i loro ambulatori. Saranno reperibili come sempre, ma valuteranno le emergenze. I pazienti? Se di urgenza si tratta, dovranno rivolgersi al Pronto Soccorso. Perché sul piatto, fanno sapere a chiusura dell'assemblea intersindacale di ieri mattina a Padova, mentre l'aula mette nero su bianco il documento con cui porre una pietra miliare, c'è una partita troppo importante. Così fondamentale da spingere l'assemblea dei medici a indire un pacchetto di 81 giorni di sciopero. Se qualcosa non cambierà a breve, ecco dal 13 dicembre un secondo sciopero di tre giorni consecutivi, che potrebbe fare da preludio ai quattro giorni di chiusura consecutiva degli ambulatori annunciati a partire dal 10 gennaio 2018. «Quello che vogliamo far capire spiega Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale è che non stiamo scioperando per un interesse personale ma per difendere il bene del paziente». Motivo del contendere sono le promesse mancate da parte della Regione Veneto e l'assenza di paletti precisi con cui gestire l'assistenza ai pazienti cronici. Quelli usciti dagli ospedali con la riforma del piano regionale della sanità e ora a carico delle famiglie. «Il più grande ospedale del Veneto sono le famiglie venete: in questo momento abbiamo 42mila pazienti a casa sottolinea Crisarà , ma manca un progetto per la loro assistenza». E sì che il piano sociosanitario regionale, approvato nel 2012, di punti in merito ne aveva anche previsti. Con gli ospedali che diventavano ricoveri per le urgenze, il territorio avrebbe dovuto trasformarsi e adattarsi alla gestione di malati cronici attraverso una serie di interventi. Che, se ci sono stati, sono arrivati solo in minima parte. «A questo punto è il pensiero dei sindacati vogliamo capire quale sia la politica della Regione per l'assistenza sanitaria: ai pazienti serve un punto di riferimento».
Fonte Il Gazzettino