Scotti: struttura commissariale sta esaminando aspetti legati alla privacy per utilizzo nostro software
La variante Delta corre veloce, come ci ha insegnato l'esperienza britannica, dove da giorni si viaggia al ritmo di circa 28mila ma con un numero di morti contenuti intorno alla ventina. Merito di una campagna vaccinale che ha già protetto con due dosi dalla Delta il 63% della popolazione adulta, mentre da noi ad aver completato il ciclo di immunizzazione è il 35,6% degli over 12, ossia 19 milioni e 233mila persone. Letto al contrario significa che oltre 41 milioni di italiani sono esposti a rischio di infezione da variante o perché non vaccinati proprio o perché coperti con una sola dose, che si è dimostrata essere facilmente perforabile dalla mutazione ex indiana. E a preoccupare di più è il fatto che questo rischio lo corrono ben 6 milioni e 672mila over 60, i più esposti al pericolo di finire in ospedale o peggio ancora. Di questi 3 milioni e 752 mila appartengono alla fascia 60-69 anni, 2 milioni e 387mila a quella 70-79 e 533mila agli ultraottantenni. Per questo la parola d'ordine è accelerare con le vaccinazioni. Il governatore piemontese Alberto Cirio ha sottolineato: «Stiamo facendo di tutto per recuperare alla campagna vaccinale gli over 60 ancora non immunizzati. Abbiamo fatto open day dedicati a loro, lasciamo libertà di scelta del vaccino da somministrare, ma c'è bisogno di un'opera di persuasione porta a porta che purtroppo non possiamo fare per via delle norme sulla privacy, che non ci consentono di individuare e contattare chi non si è vaccinato». Paradossi che il presidente del Piemonte, con oltre 200mila over 60 non immunizzati, chiede al governo di risolvere al più presto. Sempre per motivi di privacy continuano ad avere le mani legate i medici di famiglia. «La struttura commissariale -spiega Silvestro Scotti- sta esaminando gli aspetti legati alla riservatezza dei dati per consentirci finalmente di utilizzare il software che abbiamo messo a punto, sia per individuare i pazienti più fragili che quelli già immunizzati che è inutile andare a contattare». Uno strumento che potrebbe facilitare la campagna di sensibilizzazione sugli over 60 fino ad oggi adottato solo dalla Campania. Tra l'altro con buoni risultati. Eppure i medici di famiglia, a detta di Speranza e dello stesso Figliuolo, in questa fase possono fare la differenza, perché fuori dai radar della campagna non ci sono soltanto i circa 3 milioni dai 60 anni in su che non hanno nemmeno una volta mostrato il braccio. Ma ora a preoccupare e a dover contattare con il porta a porta sono anche i "pentiti della vaccinazione", ossia il milione e 659mila over 70 e i 271mila ultraottantenni che dopo aver fatto la prima dose sembrano aver fatto il passo indietro. I quasi 2 milioni di anziani (volendo escludere la fascia dei sessantenni) che ancora devono fare il richiamo dovrebbero infatti da tempo aver chiuso il loro ciclo vaccinale, visto che gli ottantenni hanno iniziato a immunizzarsi a gennaio e i settantenni dovrebbero già aver fatto tutto tra febbraio e marzo. Escluso qualche ritardatario il resto di questo nutrito plotone "monodose" è a questo punto composto in larga parte da chi ha iniziato a nutrire qualche scetticismo dopo l'altalena di pareri e prescrizioni sui vaccini a vettore virale.
Fonte La Stampa