di Maurizio Laffranchi, medico di famiglia a Milano
Il MMG che svolge un ruolo attivo nella gestione dei contatti con pazienti Covid è in grado di ridurre l'impatto dell’infezione sugli anziani e sui soggetti clinicamente più vulnerabili? Questo studio, con solidi dati statistici, risponde “sì” alla domanda.
Si tratta di uno Studio di coorte retrospettivo sulla popolazione residente in provincia di Milano e Lodi (127.735 arruolati), di età superiore ai 70 anni, con condizioni croniche specifiche. Attraverso un algoritmo predittivo per rischio di mortalità globale, basato sulle caratteristiche demografiche e cliniche, gli arruolati sono stati stratificati in classi di livello di rischio di morte per infezione da COVID-19.
Il gruppo ad alto rischio è stato assegnato al MMG per il triage telefonico e la consultazione. La coorte ad alto rischio è stata divisa in due gruppi in base all'intervento: non contattati vs. contattati.
I pazienti con aumentato rischio di morte erano 127.735; i 495 669 pazienti non ad alto rischio non sono stati inclusi nell'intervento. Tra i soggetti ad alto rischio, 79.110 sono stati inclusi ma non contattati dai loro MMG, mentre 48.625 sono stati inclusi e contattati.
I pazienti ad alto rischio contattati dai MMG hanno mostrato una riduzione del rischio del 50% di mortalità per COVID-19 e una riduzione del rischio del 70% di morbilità e ospedalizzazione per COVID-19 rispetto ai pazienti non contattati.