Scotti informa ministero Salute: "assurdo"
Frequenta la scuola media ed è risultata positiva al tampone per il virus SarsCov2 ma è asintomatica. La ragazzina deve dunque rimanere a casa in quarantena ed i genitori chiedono che possano esserle garantite le lezioni di didattica online, ma la scuola risponde richiedendo a sua volta un certificato medico che attesti che l'alunna sia psicologicamente in grado di seguire le lezioni via web a distanza. A raccontare l'accaduto, definendolo «assurdo», è il Silvestro Scotti, precisando di essersi rifiutato di rilasciare il certificato. «Si tratta di una situazione assurda perchè si richiede al medico curante - spiega Scotti - un certificato di cui i medici stessi non hanno conoscenza. Un ulteriore certificato che va ad aggiungersi alla mole di certificazioni che già vengono richieste». Inoltre, sottolinea il segretario Fimmg, «va anche considerato che il rilascio di una simile certificazione da parte del medico configurerebbe un falso ideologico: il medico dovrebbe cioè attestare la capacità psicologica della ragazzina di seguire le lezioni a distanza senza poterla visitare dato il suo stato di positività al nuovo coronavirus». Per questo, racconta, «ho deciso di non rilasciare il certificato in questione ed ho segnalato la vicenda al dipartimento Prevenzione del ministero della Salute». Questa «proliferazione di certificati non ha senso ma, soprattutto - avverte il segretario dei medici di famiglia - il nostro timore è che si apra uno scenario in cui ogni scuola cercherà il più possibile di 'scaricarè le responsabilità richiamandosi alla dimensione certificativa in ambito sanitario». Ed un eccesso di certificazioni è denunciato anche dai pediatri: «Se i risultati del tampone effettuato al bambino sono negativi - rileva il presidente della Federazione italiana medici pediatri Fimp Paolo Biasci - per il rientro a scuola il pediatra dovrà rilasciare un attestato in cui si afferma che è stato seguito il percorso assistenziale previsto. Ma a questi certificati vanno aggiunte, sempre per il rientro a scuola, pure le certificazioni per le assenze dei bambini dovute ad altre cause, dai traumi ad altre situazioni. In 10 Regioni l'obbligo di tali certificazioni è stato eliminato, ma non è così ovunque». Questo, conclude, «determina confusione ed un'Italia divisa a metà. Ne chiediamo l'abolizione su tutto il territorio nazionale».
Di Manuela Correra – Fonte Ansa