Medici di famiglia senza dispositivi di protezione
«Ancora medici di famiglia senza dispositivi di protezione individuale, presidi essenziali per la tutela dei medici ma anche dei pazienti: perché se io mi infetto e sono asintomatico, rischio di diffondere l'infezione tra i miei assistiti che, il più delle volte, sono persone fragili». Lo denuncia Silvestro Scotti, medico di famiglia e segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) che continua a chiedere continuità nel fornire protezioni ai dottori di famiglia in modo da farli lavorare in sicurezza. E sottolinea come «l'azione del medico sia collegata, in questa fase, alla dotazione di strumenti che ha per se stesso e per proteggere anche il paziente che ha di fronte». «La mancata distribuzione dei Dpi - spiega Scotti all'Adnkronos Salute - è un problema serio. Oggi, come altre volte, ho fatto una visita domiciliare grazie ai dispositivi che ho acquistato personalmente. E i nostri sono sicuri grazie all'organizzazione che ci siamo dati autonomamente, con l'uso del triage telefonico, le visite su appuntamento, i percorsi protetti di ingresso e uscita». Sugli studi dei medici di famiglia in questi giorni, continua Scotti, «aumenta la pressione esponenzialmente: con la crescita del numero dei positivi aumentano anche i 'contattì dei positivi che si rivolgono a noi. E diventa sempre più necessaria l'attivazione dei un'assistenza a casa del paziente e della presenza della medicina del territorio a cui, però, fino ad oggi non sono stati dati strumenti, come ad esempio il personale che pure abbiamo chiesto. Non si è pensato, nella fase estiva, a potenziare in maniera seria la medicina generale, mentre si è potenziato il Distretto».
Fonte Adnkronos