Fonte La Verità
E' «troppo comodo» scaricare responsabilità sui medici di famiglia quando li si lascia lavorare sul territorio «senza dispositivi di protezione individuale, senza protocolli e senza personale». Così Silvestro Scotti.
«Soffermiamoci sui 30.000 ospedalizzati per il virus in Italia, mentre noi medici di famiglia stiamo seguendo 542.849 pazienti positivi che non trovano risposte dai vari numeri verdi regionali o dei servizi di igiene e sanità pubblica», tiene a precisare.
La categoria da tempo denuncia l'assenza di mascherine, camici monouso o visiere: «Oltre l'80% dei medici di famiglia non riceve meccanismi di protezione e deve arrangiarsi di tasca propria», ripete Scotti che non accetta questo fuoco incrociato contro i medici di base. Senza un protocollo «siamo costretti ad agire sulla base dell'esperienza, per cercare di gestire a domicilio i pazienti positivi asintomatici o paucisintomatici. Consigliamo l'assunzione di vitamine, di antipiretici e se ci sono maggiori difficoltà respiratorie prescriviamo il cortisone, l'eparina quando il quadro diventa più complesso, così pure l'ossigeno. Ci confrontiamo tra colleghi ma purtroppo non abbiamo linee guida».