Test sierologici e tamponi insieme
Test sierologici e tamponi insieme, in un utilizzo «combinato», per la fase 2. È questa una delle strategie per attuare il monitoraggio sul territorio e prevenire l'insorgenza di eventuali nuovi focolai che potrebbero portare ad una frenata delle misure di riapertura. La campagna nazionale dei test sierologici - prevista su 150mila cittadini a campione e poi estendibile ad ulteriori 150mila - è in avvio e permetterà, attraverso gli esami ematici, di individuare i soggetti che hanno sviluppato anticorpi al SarsCov2 e che sono dunque entrati in contatto col virus. Sarà un'indagine epidemiologica che scatterà la fotografia della diffusione che ha avuto il virus sul territorio. Ma questo non basta. Aver sviluppato gli anticorpi non significa infatti che in quel momento non si è infettivi. Per accertare questo è necessario effettuare anche il tampone. In questo modo, si potranno individuare i positivi e risalire velocemente ai loro contatti, isolando sul nascere potenziali focolai. L'utilizzo di test e tamponi, spiega il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, «sarà combinato: chi risulta positivo al test sierologico dovrà fare anche il tampone, per escludere la presenza del virus» in quel momento. I tamponi «saranno quindi fatti per individuare i positivi ed i loro contatti stretti». In altre parole, ha chiarito Sileri, «un Piano nazionale tamponi non significa fare tamponi per 60 milioni di italiani ma eseguire tamponi mirati per il monitoraggio di chi, pur non avendo sintomi, può innescare nuovi focolai». Altro punto critico sono le differenze territoriali: «C'è disomogeneità nazionale e regionale nella disponibilità di tamponi e si stanno colmando queste lacune. Abbiamo già effettuato oltre 2,5 milioni di tamponi, ne sono stati consegnati ad oggi 3,5 milioni ed è previsto un ulteriore incremento, ma è necessario - ha detto - rendere omogenea non solo la consegna di tamponi ma pure dei reagenti e rendere i kit uguali per tutti». Restano però le differenze tra le Regioni, alcune delle quali sono già partite con proprie campagne mirate con i tamponi. In Toscana, afferma il presidente Enrico Rossi, la difficoltà è trovare i reagenti: «Ora possiamo attestarci su 6-7000 tamponi al giorno e abbiamo deciso di farli anche in ingresso agli ospedale». In Veneto, invece, la prescrizione del tampone è stata ampliata ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta. Stessa situazione 'variegatà per i test sierologici. In Toscana i medici di famiglia potranno prescriverli e l'esame si potrà fare a proprie spese a tariffa calmierata se non si rientra nelle categorie individuate dalla Regione. A Milano sono partiti i test ematici sul personale del trasporto pubblico. Parallelamente alla campagna nazionale, nel Lazio da lunedì partiranno 300 mila test sierologici su tutti gli operatori sanitari, per le forze dell'ordine e Rsa. Intanto un passo avanti si registra pure sul fronte dei test rapidi: un test rapido sulla saliva, in grado di rilevare il SarsCov2 in pochissimi minuti, sarà presto messo in commercio, ha annunciato l'Azienda Sanitaria Territoriale dei Sette Laghi in collaborazione con l'Università dell'Insubria di Varese. Funziona come un test di gravidanza. La saliva è raccolta su una striscia di carta assorbente e trattata con un reagente: se compare una banda il soggetto è negativo, se due è positivo. Il test potrà diagnosticare la positività anche sugli asintomatici.
Di Manuela Correra – Fonte Ansa