Crisarà: al via sperimentazione con 150mila assistiti
L'emergenza Coronavirus spinge la telemedicina in Veneto. In questi giorni 150.000 assistiti di 10 medicine di gruppo in provincia di Padova, a cui seguiranno quelli di Rovigo e Verona, hanno iniziato a sperimentare il progetto della Fimmg presentato ieri dalla Regione: un'operazione da 40.000 euro, finanziata con il contributo del gruppo Alì, che si basa su videoconsulti di primo e secondo livello e sull'utilizzo delle nuove tecnologie a portata di cittadino. Dall'elettrocardiogramma alla valutazione dei nei, gli accertamenti vengono svolti nello studio del medico di base, ma anche direttamente a casa del paziente più fragile: «La sensazione è di girare con un ambulatorio dentro lo zainetto», ha spiegato Enrico Peterle, componente del direttivo regionale con delega all'innovazione, mostrando i dispositivi con cui è arrivato dalla visita domiciliare a una 93enne cardiopatica, «che altrimenti avrei dovuto mandare in Pronto Soccorso, magari in ambulanza, con tutti i disagi del caso». «Dal 9 marzo ha sottolineato Domenico Crisarà, segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale abbiamo messo in atto delle procedure che ci hanno permesso di continuare ad assistere la gente, senza fare strage dei camici bianchi. Inevitabilmente questo ha però implicato un contenimento dell'attività di assistenza programmata a 30.000 pazienti cronici, per il pericolo di contagio. Ora vogliamo recuperare una delle nostre caratteristiche: la vicinanza ai cittadini. Per questo portiamo in Veneto la piattaforma promossa dalla Fimmg nazionale e illustrata in novembre a Roma al ministro Roberto Speranza e al governatore Luca Zaia. Il medico di famiglia vi accede gratuitamente, con la possibilità di effettuare la videovisita, l'aggiornamento in tempo reale del fascicolo sanitario elettronico, il teleconsulto con lo specialista in caso di dubbio diagnostico. Tutto questo senza far muovere l'assistito dall'ambulatorio o da casa».
Ma l'assistito di cosa ha bisogno per poter interfacciarsi col proprio dottore? «Solo di un telefonino e neanche di ultimissima generazione», ha assicurato Crisarà. «È l'inizio di una grande rivoluzione ha rimarcato il governatore Zaia che porterà una sanità totalmente diversa da quella che conosciamo. Tutti i cambiamenti possono sembrare problematici, ma poi si rivelano preziosi, come abbiamo visto con la ricetta dematerializzata durante questa emergenza».
Fonte Il Gazzettino