Scotti: ora siamo in difficoltà rispetto alle forniture
La raccomandazione del ministero della Salute è chiara: la vaccinazione antinfluenzale va anticipata a partire dall'inizio di ottobre. Il rischio che il virus influenzale circoli senza controllo, in una situazione già sotto pressione a causa del covid, bisogna evitarlo a tutti i costi. L'indicazione, messa nero su bianco dal ministero in una circolare firmata da Giovanni Rezza, risale all'8 aprile scorso. Eppure, non tutte le Regione sembrano aver recepito l'urgenza. E così, dopo un mese dalla data di inizio raccomandata, da Nord a Sud in molti sono ancora alle prese con la distribuzione del vaccino. Secondo un monitoraggio della Fimmg, che già da un mese sta raccogliendo segnalazioni da tutta Italia di medici che non hanno ancora ricevuto le dosi necessarie, le Regioni pronte sono meno della metà: Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli, Toscana, Lazio (già iniziato il 5 ottobre), Abruzzo, Basilicata e Puglia. In altre, invece, le dosi ci sono, ma solo per gli anziani: i medici di famiglia dell'Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Campania, Calabria e Sicilia hanno infatti ricevuto solo le dosi di vaccino con gli adiuvanti, cioè quelli potenziati con sostanze che vengono aggiunte al principio attivo del vaccino per rafforzare l'efficacia della risposta immunitaria alla vaccinazione. Tra le Regioni che si trovano indietro nella tabella di marcia, Molise, Umbria e Valle d'Aosta. In realtà, di tempo per organizzarsi ce n'era per tutti. «Ora siamo in difficoltà rispetto alle forniture - prosegue Scotti - comincia a venire il diabetico sotto i 65 anni o l'iperteso e non posso vaccinarlo perché non ho il vaccino adatto. Questo ritardo non favorisce la campagna vaccinale».
Fonte Il Messaggero