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in collaborazione con S.I.M.P.e S.V. e FEDERVINI |
CONSUMO RESPONSABILE DI ALCOL - Alcol e cancro alla mammella
Fin dal 1988 lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato l'alcol come agente cancerogeno di gruppo 1, vale a dire il gruppo delle sostanze per cui esistono sufficienti prove scientifiche riguardo la loro capacità di influenzare l'insorgenza dei tumori. Da allora sempre più ricerche hanno chiarito il legame tra alcol e numerose forme tumorali: quello della bocca, della faringe, dell'esofago, della laringe, del seno, del colon, del fegato, del pancreas. Se però il meccanismo d’azione è abbastanza chiaro per quanto riguarda i tumori dello stomaco, dell’intestino e del fegato, per il carcinoma della mammella a oggi non è ancora stato identificato un legame convincente. Sappiamo che il carcinoma della mammella è una patologia multifattoriale derivante dall’interazione tra fattori genetici, fattori ambientali e risposta immunitaria; in definitiva numerosi fattori di rischio, sia immodificabili che modificabili, contribuiscono all’insorgenza di questo tipo di tumore. Tra i fattori di rischio modificabili, quindi evitabili, troviamo gli stili di vita disfunzionali quali scorrette abitudini alimentari, fumo, scarsa attività fisica e consumo eccessivo di alcol. Ma i meccanismi con cui l’alcol incrementa il rischio di sviluppare un tumore al seno sono a tutt’oggi ancora incerti e controversi. E’ ampiamente dimostrato che il consumo di alcol può compromettere l’assorbimento di folati ed i folati sono coinvolti nella metilazione e nella riparazione del DNA. L’ipometilazione del DNA, promuovendo la traslocazione cromosomica, la delezione, la duplicazione e l’instabilità genomica, può essere quindi un fattore di carcinogenesi nella regolazione dell’espressione genica. Alcuni studi prospettici di coorte indicano che l’elevato introito di alcol, in combinazione con un basso apporto di folato, è associato ad un alto rischio di insorgenza di cancro della mammella. Inoltre l'etanolo potenzia l'azione degli estrogeni e l’esposizione cumulativa ad essi è un potente fattore di rischio per il tumore al seno. Recentemente, infine, i ricercatori dell’Università di Houston hanno dimostrano che l'alcol aumenta l'espressione del gene BRAF che, a sua volta, aumenta il rischio di sviluppare un tumore del seno, sia perché potenzia l'azione degli estrogeni nello stimolare la crescita delle cellule tumorali e sia perché diminuisce gli effetti del Tamoxifene. Secondo le linee guida internazionali, i consumi di alcol nelle donne, che hanno una ridotta capacità di metabolizzare l’alcol a causa di una minor produzione dell’enzima alcol-deidrogenasi, non dovrebbero andare superare l’Unità Alcolica al giorno, corrispondente a un bicchiere di vino, una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico. Ma la comunità scientifica predica prudenza: non potendo parlare di dosi minime sicure, per prevenire il cancro è meglio non bere.
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