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La epidemia stagionale di influenza colpisce in modo sostanziale i sistemi sanitari in tutto il mondo ed il carico di morbilità e di mortalità, in un dato anno, riflette il grado di deriva genetico del ceppo circolante di virus influenzale e l'efficacia e la copertura della vaccinazione nella popolazione a rischio e nella popolazione generale.
Con la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), i sistemi sanitari stanno affrontando un secondo virus respiratorio associato a morbilità e mortalità molte volte superiore a quella dell'influenza, in parte a causa della sua diffusione in una popolazione immunologicamente naive. L’emisfero settentrionale affronta pertanto la prospettiva della pandemia del coronavirus 2019 e di un'epidemia simultanea di influenza stagionale. Ambedue le infezioni provocano malattie e morte potenzialmente letali, specialmente negli anziani, nelle persone con malattie croniche e in altre popolazioni vulnerabili. I tempi e la gravità di un'ondata di COVID-19 in autunno e in inverno sono incerti; non si sa quasi nulla dell'interazione tra il virus dell'influenza e la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus SARS-CoV-2, negli individui.
La prospettiva di una seconda ondata di COVID-19 richiede una pianificazione per garantire la somministrazione ottimale dei vaccini antinfluenzali a partire dall'inizio dell'autunno. Non abbiamo ancora un vaccino COVID-19, ma sono disponibili vaccini antinfluenzali sicuri e moderatamente efficaci. Il loro uso diffuso è ora più importante che mai. Non ci stancherà mai di ribadire l’importanza della vaccinazione antiinfluenzale stagionale per ridurre al minimo il serbatoio virale nella popolazione.
Sappiamo che nonostante l'ampia disponibilità di più vaccini antinfluenzali, la copertura vaccinale nazionale negli adulti anziani è costantemente intorno al 50%: nella stagione 2019/20 è stata del 54,6% e ed del 16,8% nella popolazione generale mentre l’obiettivo minimo dei copertura stabilito dal Ministero della Salute è stabilito al 75% ed l’ obiettivo ottimale al 95%: noi pertanto siamo lontani.
Le campagne educative nazionali, abbinate a programmi di vaccinazione basati sugli over 60 anni, sugli operatori sanitari, sulle fasce pediatriche e sui soggetti a rischio di qualunque fascia di età, saranno fondamentali per aumentare la copertura al di sopra dei livelli negli anni precedenti.
A questo proposito, si ribadisce il concetto di appropriatezza della vaccinazione anti-influenzale: ad ognuno il proprio vaccino Flu in rapporto all’età ed allo stato di salute, Studi randomizzati hanno dimostrato che alcuni vaccini influenzali potenziati ad es. il vaccino inattivato trivalente adiuvato (aIIV3e) (in arrivo il quadrivalente adiuvato (aIIV4e) ora disponibile sul mercato americano) ed il vaccino inattivato quadrivalente ad alta dose (HD-IIV4e) generano una maggiore protezione negli anziani rispetto al vaccino inattivati convenzionali e a dose standard
La necessità di raggiungere almeno l’obiettivo minimo di CV per influenza negli adulti anziani e nei fragili – soggetti fra i più a rischio per Covid 19 -rappresenta il primo passo per centrare il duplice obiettivo della salvaguardia della longevità e della sostenibilità dei sistemi sanitari già messi a dura prova durante Covid
La popolazione rimane vulnerabile alle epidemie simultanee di influenza e COVID-19. La scala di morbilità e mortalità sarà direttamente correlata alla forza ed alla capacità di risposta della sanità pubblica, che deve sottolineare l'importanza dei 2 strumenti di prevenzione più efficaci attualmente disponibili: l’implementazione diffusa della vaccinazione contro l'influenza stagionale e la conservazione degli NPI fino al raggiungimento dell'immunità della comunità attraverso un efficace vaccino SARS-CoV-2 e/ o un'infezione naturale.
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