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S. pneumoniae (Sp), viene classificato in oltre 90 diversi sierotipi in base alla diversa struttura chimica della sua capsula polisaccaridica, facente parte della parete cellulare. L’azione patogena dipende dalla capacità del batterio di moltiplicarsi nei tessuti, principalmente grazie alla presenza della capsula polisaccaridica che tra l’altro interferisce con il legame degli anticorpi o del complemento alla parete batterica, impedendo, di conseguenza, il riconoscimento e la fagocitosi da parte dei leucociti polimorfonucleati.
L’uomo è l’unico ospite naturale, il serbatoio di Sp è rappresentato da soggetti sani (soprattutto bambini) che sono asintomaticamente portatori del microrganismo in rinofaringe. I bambini possono essere colonizzati per 4-6 settimane da diversi sierotipi contemporaneamente.
La trasmissione si verifica prevalentemente attraverso il contatto diretto interpersonale mediato da droplets respiratori e attraverso l’auto-inoculazione del microrganismo in persone portatrici di Sp in rinofaringe.
Questo microrganismo causa patologie invasive e non-invasive, incluse le infezioni del tratto delle basse vie respiratorie, in particolare le Polmoniti Acquisite in Comunità (CAP), che hanno un importante impatto clinico ed economico in termini di Sanità Pubblica, essendo una delle principali cause di morte e di ospedalizzazione in tutto il mondo.
I dati della sorveglianza epidemiologica indicano come nei 29 Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa, i soggetti over 65, insieme ai bambini nei primi anni di vita, siano quelli più a rischio di sviluppare malattia pneumococcica invasiva (IPD).
Nel nostro Paese il sistema di sorveglianza per le malattie batteriche invasive, (MIB), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha evidenziato come globalmente nel periodo 2015-18 i sierotipi 8, 3, 12F, 19A e 22F siano stati quelli più frequentemente identificati. Se si considerano i soggetti adulti >64 anni i dati risultano pressoché sovrapponibili con i ceppi 8, 3, 12F, e 22F tra quelli isolati più spesso seguiti da 14 e 19A.
Tutti questi sierotipi sono presenti almeno in uno dei vaccini che abbiamo a disposizione per l’immunizzazione attiva nell’adulto, vale a dire il preparato coniugato 13 valente, PCV13, e quello polisaccaridico 23 valente, PPV23.
Risulta quindi importante applicare sul campo quanto indicato nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 che raccomanda la vaccinazione anti-pneumococcica sequenziale per i soggetti di 65 anni di età e per i pazienti con particolari condizioni di rischio, rispettando la successione con cui devono essere eseguite le 2 immunizzazioni: prima la vaccinazione con PCV13 seguita da una dose di PPV23, per garantire il massimo della protezione a questi soggetti.
con il contributo non condizionate di: MSD