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LA GESTIONE DEL DOLORE NELLO STUDIO DEL MEDICO DI FAMIGLIA

Da molteplici indagini emerge che circa il 30% dei pazienti che si presentano nello studio del MMG riferisce la presenza di dolore come il motivo principale della consultazione.

Le cause più frequenti di dolore che causano l’accesso agli ambulatori sono mal di schiena e dolore osteoarticolare, la cui intensità nella maggior parte dei casi va dal grado moderato al severo.

In base alla durata è possibile distinguere tipologie diverse di dolore:

• Dolore acuto: provocato spesso da una lesione tissutale in corso, dura per alcune ore o giorni e tende a diminuire o a scomparire se adeguatamente trattato. È fondamentale agire efficacemente e tempestivamente per evitarne la cronicizzazione.
  
  
• Dolore ricorrente: ripetuti episodi di dolore acuto, che si ripresentano a distanza di tempo imprevedibile, come espressione di un problema di base persistente.
  
  
• Dolore cronico: duraturo, spesso determinato dal persistere dello stimolo dannoso e/o da fenomeni di automantenimento, a volte anche dopo che la sua causa iniziale è stata risolta.

Spesso a causare il dolore sono più meccanismi eziopatogenetici per cui è necessario intervenire con approcci (farmacologici e non) che siano mirati ad agire sulle diverse cause: pertanto sicuramente sono da preferire gli approcci multimodali.

In ogni caso in cui il sintomo più importante sia rappresentato dal dolore, è necessario, ancor prima di iniziare eventuali accertamenti o cure causali e mirate, sedarlo quanto più possibile, oltre che per dar sollievo al paziente, per facilitare l’esame del quadro clinico e per evitare la cronicizzazione del dolore.

L'approccio ad una persona con dolore necessita di abilità complesse sia per la diagnosi che per la terapia.

In particolare il livello di intervento primario, quello della medicina generale, comprende interventi essenziali orientati a dare una prima risposta e una prima soluzione alla problematica. Il corretto utilizzo delle molecole a disposizione, consente di ottenere migliori risultati clinici e minimizzare gli effetti avversi.

 Con il contributo non condizionante di