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ma promuovono il medico di famiglia
Ipsos: gli Italiani bocciano il SSN ma promuovono il medico di famiglia
Fimmg: trasversale apprezzamento del proprio medico di fiducia
Solo il 45% dei cittadini giudica positivamente le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale, e solo il 19% in particolare ne dà una valutazione buona o ottima; mentre il proprio medico di famiglia è valutato positivamente nel 70% dei casi e il 38% ne dà un giudizio buono o ottimo. È quanto emerge dal sondaggio condotto da Ipsos in occasione della giornata mondiale della Salute del 7 aprile scorso. In particolare, l’apprezzamento per il SSN è maggiore nelle regioni del centro-nord (dal 51 al 53%) e minore nelle regioni del centro-sud Italia e isole (dal 31 al 40%), maggiore tra i giovani della Generazione Z (fino ai 27 anni, 57%), maggiore per i laureati (56%) rispetto ai diplomati (42%), maggiore per chi si dichiara benestante (61%) rispetto a chi si trova in difficoltà economica (29%). Molto più uniformi sono invece i giudizi sul proprio medico di famiglia, il cui apprezzamento dalle regioni del Sud a quelle del Nord varia solo dal 64% al 75% e si conferma mediamente al 70% a prescindere da età, sesso, titolo di studio e condizione economica.
“Il sondaggio di Ipsos conferma quanto già rilevato in passato, ovvero che i medici di medicina generale ottengono nella stragrande maggioranza dei casi giudizi eccellenti – commenta Silvestro Scotti, Segretario Nazionale della FIMMG. Indipendentemente da tutte le possibili variabili geografiche e demografiche, il medico di famiglia resta la figura di riferimento per tutti i cittadini, senza distinzioni. Questo dato è ancora più importante per noi dopo che negli ultimi anni si è tentata una narrazione che ci disegnava come la pecora nera del servizio sanitario nazionale, che invece ottiene nel suo insieme un gradimento ben più basso. Questa bocciatura del SSN da parte dei cittadini ci preoccupa enormemente perché la sostenibilità del sistema e la salute delle persone dipendono dalla salute di tutto il servizio sanitario. Anche la fiducia del cittadino nel proprio medico – aggiunge Scotti - può essere messa a repentaglio qualora il paziente non riesca ripetutamente ad accedere alle prestazioni di secondo livello che gli ha indicato come indispensabili per affrontare un problema di salute, se il sistema sanitario non sarà in grado di erogarle. E questo non possiamo permettere che accada perché l’intero sistema crollerebbe. Diamo atto che Governo e Regioni – conclude Scotti – stanno attenzionando il problema ma richiediamo una maggiore partecipazione sulle soluzioni. Liste d’attesa, affollamento dei Pronto Soccorso, carenza dei medici, demotivazione dei professionisti intellettuali di area sanitaria con abbandono del pubblico (o, peggio, del Paese) sono temi che non può risolvere la politica solo sulla base delle suggestioni funzionariali. Serve un momento di confronto franco e leale con le rappresentanze dei lavoratori in sanità, serve un SSN-day dove si programmino le soluzioni concrete e durature ai problemi; come FIMMG abbiamo da trasferire a quelle soluzioni, oltre che contenuti, il supporto fiduciario che ci deriva dal riconoscimento dei cittadini”.