Comunicati Stampa
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Dopo il Covid infezioni respiratorie più frequenti nelle persone con fattori di rischio
All’82° Congresso FIMMG i primi risultati di uno studio osservazionale su mille pazienti. Marrocco: programmare maggiore sorveglianza nei pazienti fragili
Dopo il Covid le infezioni delle vie respiratorie sono più frequenti nelle persone con fattori di rischio come malattie allergiche, asma o BPCO che, quando si infettano, hanno più importanti ricadute delle malattie di fondo di cui causano anche importanti recrudescenze. Sono i primi risultati di studio osservazionale presentato oggi in occasione dell’82° Congresso nazionale FIMMG-Metis.
La ricerca, che durerà un altro anno, è realizzata dalla collaborazione tra FIMMG, Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica, Istituti Clinici Scientifici Maugeri e Fondazione Policlinico Gemelli. Lo studio è promosso dal Cnr e coordinato dal professor Sergio Bonini.
Reclutati per il primo anno di indagine 1001 pazienti di cui 666 con fattori di rischio come malattie allergiche, asma o BPCO e 335 senza. Sono stati sorvegliati, nel corso dell’anno, per l’insorgenza di infezioni delle vie respiratorie superiori e inferiori come raffreddore, laringite, faringite, tonsillite, bronchite e polmonite.
“Di recente sono state accumulate numerose prove che indicano che la pandemia di Covid ha prodotto una significativa diminuzione dell'incidenza delle infezioni delle vie respiratorie non solo a causa delle misure di prevenzione come ad esempio l'uso di mascherine, ma anche a causa dei persistenti cambiamenti nella vita dopo la pandemia (riduzione dei viaggi, del lavoro da casa, dei comportamenti sociali, delle vaccinazioni) - spiega Walter Marrocco, responsabile scientifico FIMMG e coordinatore del progetto di ricerca per la Federazione italiana medici di medicina generale - Sebbene la ricerca sia ancora in corso i nostri dati confermano che le infezioni respiratorie sono prevalentemente più frequenti nei soggetti con fattori di rischio di cui causano anche importanti recrudescenze. In attesa dei risultati definitivi, possiamo sottolineare l’importanza di attivare una particolare sorveglianza proprio in questi pazienti, con conseguente previsione di un notevole carico di lavoro per la medicina generale”.