Comunicati Stampa
comunicati stampa
Bene ripresa trattative ma vanno chiariti tempi e risorse
Sono riprese ieri le trattative tra SISAC e Organizzazioni Sindacali della Medicina Generale per il rinnovo dell’ACN, in occasione dell’incontro sono stati illustrati gli argomenti sui quali, come da indicazione del Comitato di Settore, verterà la trattativa:
programmazione regionale, AFT e UCCP, evoluzione della Continuità Assistenziale e integrazione con l’Assistenza Primaria e Ruolo Unico, modifiche Art 30 (iter disciplinare), tavolo per l’armonizzazione degli Accordi Integrativi Regionali, introduzione dell’APP ENPAM, revisione delle modalità di attribuzione del diritti sindacali, medicina penitenziaria. Sulle risorse la posizione resta ferma all’atto di indirizzo, con l’assenza di coperture per gli aumenti dei primi 9 mesi del 2018, formalizzato un impegno economico per il rinnovo contrattuale del triennio pari a 203 milioni di euro/anno a regime per la medicina generale tutta.
Le principali novità sul tavolo saranno normare l’applicazione dell’art. 9 del cd “decreto semplificazioni” (Legge 11 febbraio 2019 n. 12) sull’accesso a incarichi a tempo indeterminato dei giovani frequentanti il corso di formazione in medicina generale, e di quanto previsto dalla legge di bilancio 2019 in tema di certificazione per infortunio e malattia professionale INAIL.
“Fimmg ha richiesto alla SISAC - dichiara Silvestro Scotti segretario nazionale Fimmg - che ha immediatamente confermato, sia che quanto di competenza della medicina generale dei 25 milioni di euro a provenienza INAIL venga definita al più presto nel riparto che dovrà proporre il Ministero e che le Regioni dovranno approvare, sia che il combinato disposto tra le norme della finanziaria e i compiti di cui all’articolo 45 comma 2 lettera h dell’ACN vigente dimostrino che il riparto del tesoretto INAIL della medicina di famiglia dovrà considerare un ristoro per i medici a partenza dal 1 gennaio 2019 e pertanto che, se da un lato la legge sostiene che nulla è dovuto dal paziente per la certificazione, dall’altro chiarisce che le aziende sanitarie dovranno corrispondere ai medici dal 1 gennaio quanto verrà definito tra riparto e norme del nuovo ACN”.
“E’ fondamentale che questo venga chiarito ai medici anche in considerazione della rivalutazione biennale delle risorse tra medici di famiglia e area ospedaliera che sarà determinata dalla maggiore o minore partecipazione di una delle due categorie all’offerta certificativa ai pazienti che ne avessero necessità, che nel tempo potrà permettere un aumento di quanto percepito dalla medicina di famiglia in presenza di un aumento delle certificazioni provenienti da tale categoria. Oltretutto va considerato che interpretazioni difformi da tale posizione esporrebbero i medici alle sanzioni previste dall’ACN vigente circa il pagamento improprio di prestazioni da parte del proprio assistito, in considerazione di quanto previsto dall’art.
19, comma 2 lettera a) dell’ACN” prosegue Scotti Fimmg ha proposto sul tema: la definizione di un allegato che determini e chiarisca i diritti e i doveri delle due parti, medici di famiglia e INAIL, i cui principali punti saranno la cooperazione applicativa tra i nostri gestionali e il portale INAIL per i certificati telematici, la loro semplificazione, l’utilizzo di credenziali uniche di accesso agganciate a quella dei SAR o SAC, l’istituzione presso la SISAC di un tavolo di confronto periodico sull’andamento delle procedure, utile ai periodici aggiornamenti biennali, la possibilità di accordi con le sedi INAIL decentrate su progetti specifici.
In vista dell’incontro in SISAC, Fimmg si era già adoperata sulla necessità di chiarire le scadenze per la corresponsione dei compensi pregressi bloccati al 2016. Infatti, in un recente incontro con i vertici INAIL, si è concordato il cronoprogramma del pagamento delle certificazioni effettuate dai medici di famiglia italiani per gli anni 2017 e 2018 e il saldo di tutti gli arretrati entro gennaio 2020 (in allegato prospetto).
“Appare chiaro che i medici di famiglia non debbano “delegare” ad altri la certificazione INAIL. Dopo anni di polemiche e discussioni si è giunti ad una forma di certificazione che riconosce l’impegno professionale dei medici di medicina generale non come saltuario ed occasionale ma strutturato nella pratica quotidiana, a favore del cittadino anche nell’ambito della sua attività lavorativa. La presa in carico di un assistito non può sottovalutare oltre agli stili di vita quelli che potremmo chiamare “gli stili di lavoro” e la capacità di una medicina di famiglia organizzata in micro equipe, e quindi con collaborazioni di altri professionisti e/o dipendenti, di essere capace anche di interventi che migliorino la consapevolezza dei propri pazienti lavoratori sui rischi e sulle attività di prevenzione che potrebbero salvargli la vita, soprattutto quando siamo di fronte a lavoratori poco inseriti in contesti di prevenzione nell’ambito lavorativo o con scarsa percezione dei rischi espositivi” - continua Scotti.
“Come Fimmg riteniamo che questo possa essere, ed anzi dovrà essere, il primo passaggio per una collaborazione più stretta tra la medicina generale e INAIL sui temi della sicurezza e della salute dei lavoratori che prima di tutto sono le persone che ci hanno scelto e sempre di più portano spontaneamente i loro problemi di salute dai posti di lavoro ai nostri studi.”
“FIMMG si ritiene soddisfatta per il riavvio della trattativa” - conclude Scotti - “ma non può non considerare che i temi sul tavolo sono numerosi e di notevole importanza ma soprattutto di complessità negoziale. Garantiamo la massima disponibilità per un confronto costruttivo ma rimaniamo prudenti su una conclusione complessiva dell’ACN 2016-2018, visto il tema da chiarire sulle risorse e visto il periodo in cui siamo, caratterizzato dal fatto che nei prossimi tre mesi ci possano essere evoluzioni (legislative, vedi regionalismo differenziato, ed elettorali, vedi elezioni europee) nazionali e regionali che potrebbero cambiare gli interlocutori o gli assetti e conseguentemente gli obiettivi di cui si discute. Noi abbiamo un’unica consapevolezza e mandato come Fimmg, ovvero non saremmo disposti ad aspettare oltre i tre mesi sulla necessità di aggiornare i contenuti economici dell’unica categoria italiana che ancora ha il reddito fermo al 2010. Ricordando a tutti che il reddito del medici di famiglia non rappresenta il solo rendimento personale e professionale del medico ma anche la sua capacità di investimento su se stesso e la propria organizzazione o dotazione strumentale usata nell’interesse dei cittadini e della sostenibilità del SSN.”