Comunicati Stampa
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Comunicato Stampa
Il Segretario Nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale, Tommasa Maio, conferma il pieno appoggio dei medici di CA a Ruolo Unico e modello H16, in risposta ai tentativi di fermare il cambiamento.
“Chiediamoci perché qualcuno ha interesse a divulgare informazioni fuorvianti e creare timori infondati come la perdita di ore e posti di lavoro per i medici di Continuità Assistenziale, con l’evidente scopo di tentare di bloccare il cambiamento che aspettiamo da decenni!”.
A parlare è Tommasa Maio, Segretario Nazionale di FIMMG CA, in campo da anni per la valorizzazione della professionalità dei Medici di Continuità Assistenziale, la riqualificazione del settore e la realizzazione del Ruolo Unico della Medicina Generale, la cui definizione è stata per la prima volta dettagliata nelle bozze dell’Atto di indirizzo della nuova Convenzione.
“Qualcuno ha dichiarato nei giorni scorsi che con il nuovo Accordo Nazionale i medici di CA perderanno o vedranno ridotto il proprio incarico: nulla di più falso! Nessun medico di CA perderà il proprio incarico bensì, finalmente, tutti entreremo insieme ai medici ad attività fiduciaria - e con pari dignità - nel Ruolo Unico della Medicina Generale, uscendo finalmente dal totale isolamento logistico, organizzativo, informativo in cui operiamo attualmente, chiamati, troppo spesso e impropriamente, a supplire alle carenze assistenziali di altri sistemi”. “Sono gli stessi medici di Continuità Assistenziale a chiedere il cambiamento” continua Maio richiamando il sondaggio (pubblicato a questo link) cui in pochi giorni hanno entusiasticamente risposto migliaia di medici del settore, “indicando con percentuali inequivocabili di volere il Ruolo Unico, di voler abbandonare il lavoro notturno e di volersi affrancare dalle logiche “emergentistiche” a cui alcune Regioni tentano ancora di sottomettere i medici di medicina generale della notte.”
“E questo non ci stupisce. Abbiamo documentato (Dossier su Violenza) – prosegue il Segretario FIMMG CA - una sequenza impressionante di aggressioni, violenze sessuali, delitti, non sempre puniti, che vengono compiuti grazie all’anonimato che l’approccio occasionale, la solitudine dei luoghi e la notte rendono di facile esecuzione. Come può qualcuno permettersi di dimenticare che ogni notte centinaia di medici, prevalentemente donne, rischiano la vita? Come può osteggiare l’unica vera soluzione ovvero portare quelle donne e quegli uomini a lavorare in una condizione completamente diversa dalla attuale, dove la certa identificazione, la conoscenza del paziente che si ha di fronte, il rapporto di fiducia rappresenterà la maggiore garanzia di sicurezza, oltre che di qualità assistenziale?”.
“Perché, se il tema è la tutela occupazionale - chiede ancora Maio- nessuno parla dei posti di lavoro che negli ultimi anni si sono persi per spostare risorse economiche dalla CA ad altri sistemi, primo fra tutti il 118, come in Abruzzo? (vedi comunicato del 1 dicembre 2014). Perché non abbiamo visto levare gli scudi per quello che sta accadendo ai medici di CA di Piacenza? Forse perché si devono tutelare gli interessi di chi da situazioni simili trae indubbio vantaggio?”
“Dietro certe affermazioni si nasconde l’esigenza di tutelare prerogative, interessi e rendite di posizione che non sono certo quelle dei medici di Continuità Assistenziale e tanto meno della Medicina Generale. Ma i Medici di CA, che, ribadisco, abbiamo voluto consultare, ci hanno dimostrato con le loro risposte di avere già scelto, senza paura, il cambiamento. Siamo consapevoli della presenza di realtà demografiche in cui il turn over è lento e la gobba pensionistica tarderà ad avviare il ricambio generazionale. Bisognerà lavorare sul tavolo negoziale per trovare per queste realtà soluzioni appropriate, sarà necessario prevedere una ponderata fase di transizione, fondata sulla garanzia degli attuali livelli retributivi e occupazionali, ma con l’obiettivo di arrivare presto alla realizzazione di un sogno divenuto ormai un progetto che non siamo più disponibili a procrastinare. Non si ferma un fiume con le mani, qualcuno dovrà farsene una ragione”.