mozioni
Consiglio Nazionale Fimmg 6 luglio 2019
Il Consiglio Nazionale della FIMMG riunito a Roma in data 6 luglio 2019 presso lo Sheraton Hotel, via del Pattinaggio 100, sentita la relazione del Segretario Generale Nazionale, Silvestro Scotti,
la approva.
Il Consiglio Nazionale,
consapevole che il volume di attività della medicina generale sta incrementando il proprio peso a causa dell’evoluzione demografica della popolazione assistita, di cui un paziente su tre avrà più di sessantacinque anni, affetto da almeno una patologia cronica; l’attuale sistema organizzativo non potrà più garantire per tutti la presa in carico attraverso modelli di medicina di iniziativa, né la possibilità di accesso libero e tantomeno la accessibilità domiciliare,
nonostante FIMMG avanzi da tempo proposte di riorganizzazione della medicina generale per affrontare l’emergenza demografica, dalle medicine di gruppo alle aggregazioni funzionali fino al microteam, che permetterebbe di affiancare al medico almeno un collaboratore di studio e un infermiere, all’interno dello studio del MMG, in coerenza con le funzioni specifiche della medicina generale, e passare da una insostenibile copertura oraria garantita dal medico a una più evoluta copertura oraria garantita dal team,
nonostante la necessità, anche prevista da leggi vigenti, di affrontare e risolvere i principali temi della riorganizzazione della medicina generale attraverso un ACN le cui trattative non procedono, complice una politica che non riesce o non vuole aggiornare l’atto di indirizzo, necessario a recepire i nuovi atti normativi su arretrati, certificazioni INAIL, accesso dei medici in formazione agli incarichi convenzionali,
nonostante le competenze sulla medicina penitenziaria siano transitate da dodici anni alle aziende sanitarie, ancora non esiste un contratto di lavoro nazionale che seppur previsto dagli atti di indirizzo non è ancora stato considerato nella determinazione normativa dell’ACN della medicina generale. Perdurano pertanto i rischi per i pochi professionisti, precari, già coinvolti; permane non chiarito l’accesso di quelli che dovrebbero determinarne il ricambio generazionale e soprattutto aumenta il rischio della popolazione assistita, che necessita di un professionista formato per individuarne le necessità e le possibili risposte in un ambiente ad elevata specificità;
vista l’evidente incapacità di programmazione da parte delle istituzioni, a partire dall’insufficiente risposta alla prevista carenza di medici, ancora più evidente in queste settimane per la mancata pubblicazione da parte delle Regioni dei bandi di concorso per il triennio di formazione specifica 2019-2022, che prelude a un nuovo inaccettabile slittamento del corso e a una perdita di migliaia di nuovi specialisti in medicina generale,
considerato che la problematica del ricambio generazionale pone in particolare sofferenza il settore dell’Emergenza Sanitaria Territoriale, per il quale FIMMG ha già individuato nella differenziazione dei percorsi formativi la soluzione in grado di sopperire alla carenza di Medici,
visto il contestuale fiorire di proposte legislative che introducono e valorizzano altre figure professionali senza alcuna volontà di integrazione con la medicina generale, mascherandolo come risposta alla carenza di medici mentre è evidente l’obiettivo di sostituzione, cosiddetto task shifting, della figura medica che gode del maggior gradimento da parte dei cittadini,
considerato che lo stallo cui assistiamo, non certo passivamente,provocherà un chiaro e colpevole omicidio del SSN, iniziando dall’indebolimento della figura centrale e imprescindibile del medico di medicina generale, baluardo di un sistema che pone i principi dell’universalità e della equità a fondamento dell’assistenza sanitaria,
Infine,
visto il perdurare dello stallo delle proposte legislative volte ad affrontare il problema delle aggressioni ai medici della continuità assistenziale e dell’emergenza territoriale, nonostante le interlocuzioni politiche avute e in attesa di quelle richieste,
Il Consiglio Nazionale della FIMMG,
consapevole che non si possa aspettare oltre e che non vi siano le condizioni per procedere nelle trattative in assenza di un chiaro segnale di cambio di rotta da parte delle istituzioni,
Chiede
al Segretario Generale Nazionale di proclamare lo stato di agitazione e di mettere in atto tutte le azioni previste, fino allo sciopero generale, necessarie alla risoluzione delle controversie.
Il Consiglio Nazionale,
Si fa carico,
nell’ambito delle rispettive sezioni provinciali e regionali, di mettere in atto, anche con il supporto dell’Esecutivo Nazionale, tutte le modalità comunicative e assembleari ritenute utili ad ottenere la massima informazione e condivisione sui temi della protesta e la piena consapevolezza sul pericolo che incombe sulla nostra professione e il nostro SSN.