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di Francesco Vaia
Tre settimane fa, ancora con un po' di fame d''aria e con i naselli per l''ossigeno e sulla sedia a rotelle, il Papa usciva dall''ospedale per tornare a casa: immagine sicuramente tra le più potenti dell''intero pontificato, unitamente a quella della preghiera in solitudine a San Pietro, durante la pandemia da Covid-19.
In questo tempo di preparazione alla Pasqua, il Pontefice ha esposto la sua fragilità e ne ha testimoniato il valore, facendo chiaramente capire che intende continuare a fare il Papa. "Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore" diceva H. Cartier-Bresson. Ebbene, questa immagine lancia un messaggio chiaro e percepito da tutti: la malattia è parte della nostra esistenza, si può affrontare e la cronicità, con la connessa disabilità, non è affatto un limite. La fragilità esposta è anche un manifesto contro quella "cultura dello scarto" più volte denunciata dal Pontefice e contro la teoria del superuomo e della superdonna, ancora troppo presenti nella nostra società. Possiamo continuare a vivere ed operare, come uomini e donne e basta, pur con tutte le nostre fragilità e disabilità, senza vergognarcene, senza stigma.
Un''immagine che ci richiama anche alla responsabilità di costruire una società davvero più inclusiva, che faccia di tutto per consentire alle persone con disabilità di svolgere la loro vita come tutti gli altri, costruendo intorno a loro un progetto di vita. In questi giorni, come Autorità Garante per i diritti delle persone con disabilità, abbiamo collaborato alla presentazione di un disegno di legge per l''inclusione lavorativa, il benessere, la formazione e la stabilità occupazionale, che riconosce incentivi per assumere a tempo indeterminato (non part-time o a tempo determinato) persone con disabilità e che istituisce nelle aziende il Disability manager. Una legge innovativa e apripista perché dobbiamo andare in maniera decisa e non più rinviabile verso un welfare rinnovato, che superi il trattino tra sociale e sanitario.
Il richiamo del Papa è, inoltre, attualissimo, vista anche la dimensione demografica che assume nel nostro Paese l''invecchiamento della popolazione. Siamo i più longevi al mondo, dopo il Giappone: dobbiamo agire allora con maggiore coraggio e determinazione, con strategie concrete che puntino non solo alla cura delle patologie più comuni nella terza età, ma anche alla prevenzione per aggiungere qualità alla longevità. In un mondo che invecchia sempre più velocemente, è essenziale un ripensamento delle politiche sanitarie e sociali, affinché nessuno venga lasciato indietro. L''anzianità non è infatti solo una questione di salute fisica, ma anche di benessere psicologico e sociale. Ciò al di là, ovviamente, delle misure di politica economica e di finanza pubblica che affrontano i temi del lavoro, delle pensioni, della famiglia. Troppo spesso gli anziani vengono isolati, privati di relazioni significative e di un ruolo attivo nella comunità. Questo li rende più vulnerabili non solo alle malattie, ma anche alla solitudine e alla depressione.
L''impegno delle istituzioni, dei medici e dell''intera società deve essere quello di costruire un sistema di assistenza che tuteli gli anziani e i fragili, li sostenga nelle difficoltà e permetta loro di vivere con dignità. Perché questo sia possibile c''è bisogno di un grande progetto nazionale di rilancio di sanità e accessibilità e il Servizio Sanitario deve essere messo nelle condizioni di operare agevolmente, valorizzando e tutelando meglio gli operatori, pilastro del sistema di un welfare, appunto, rinnovato cui accennavamo e che anche Papa Francesco ha ricordato durante la sua partecipazione a sorpresa nel Giubileo degli ammalati, rimettendo al centro la questione dell''assistenza. In definitiva, sta a noi, come sistema Paese, rendere la Società inclusiva, sta a noi preservare e potenziare un servizio sanitario che abbia capacità di curare e guarire ed un personale sanitario sempre più qualificato. Facciamo di tutto per premiarlo di più ed evitiamo che vada fuori. Non abbiano bisogno di eroi ma di professionisti competenti e motivati al servizio della Persona.
*Componente autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità
Fonte: Il Messaggero