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Scontro sui poteri sostitutivi. Il ministero: rammarico
È scontro aperto tra il Governo e le Regioni sulle liste di attesa nella sanità. E poco conta che entrambe le parti, al termine della riunione della Conferenza Stato-Regioni, utilizzino lo stesso termine - "rammarico" - per la mancata intesa: il dato di fatto è la frizione tra esecutivo e governatori. Uno scontro che si gioca sui 'poteri sostitutivi', quelli che lo Stato farebbe scattare nel momento in cui le Regioni si dimostrano inadempienti. Nella riunione i presidenti, all'unanimità, hanno chiesto un rinvio per capire quando scattano quei poteri, quali sono le condizioni per attuarli e come si esce da quello che alcuni governatori non esitano a chiamare 'commissariamento'. Richiesta alla quale il governo, rappresentato dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, ha risposto ha negato la proroga. Che succede ora? Si apre adesso una finestra di 30 giorni affinché le parti trovino una mediazione. Passato questo mese, in caso di mancato accordo, il governo potrà varare il Dpcm annunciato nei giorni scorsi. E le Regioni potranno ricorrere al Tar. Una rottura, quella odierna, che non ha solo un sapore tecnico ma anche politico, considerato che a presiedere la Conferenza delle Regioni è il leghista Massimiliano Fedriga, pronto al muro contro muro su questo tema. Dal canto suo il dicastero di Orazio Schillaci ricorda che il decreto "è stato trasmesso alle Regioni il 6 novembre scorso. In questi mesi c'è stata una interlocuzione costante" e le osservazioni "sono state recepite con spirito di collaborazione". Dunque "i poteri sostitutivi sono una soluzione estrema in caso di gravi inadempienze" e una "garanzia in più" per i cittadini, non "un'ingerenza nelle competenze delle Regioni". Su questo punto risponde duramente il governatore della Toscana Eugenio Giani: "Abbiamo proposto il rinvio della discussione perché il commissariamento si esercita su criteri oggettivi evitando di lasciare spazi alla discrezionalità politica. Il ruolo delle Regioni non va demonizzato ma sostenuto. Come Toscana rischiamo molto meno di altri ma ricordo che questo è un dl che non ha risorse e contemporaneamente esercita poteri coercitivi come il commissariamento. Così si va al conflitto d'attribuzione". Il ministero ricorda inoltre che la norma, "in origine già contestata dalle Regioni, era stata modificata in sede di approvazione del dl". L'auspicio è che "a prevalere siano le buone pratiche" conclude il ministero elencando quelle regioni che attuano la legge in vigore e "stanno ottenendo risultati positivi": Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana. Dal canto suo la Conferenza delle Regioni sottolinea però che tra i governatori non ci sono state divisioni e che all'unanimità è stata data l'ampia disponibilità al confronto e a trovare soluzioni, anche diverse rispetto alle prime osservazioni inviate al ministero della Salute. Inoltre mercoledì, nella lettera inviata dalla Commissione Salute della Conferenza al ministero, veniva ribadita la richiesta di "definire insieme" i criteri con cui l'esecutivo poteva esercitare i poteri sostitutivi. Sulla mancata intesa si è scatenata l'opposizione.
Fonte Ansa