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"Stiamo vivendo la più grande interruzione del finanziamento alla sanità globale che si ricordi". Ha esordito così il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, affrontando il tema dei tagli con cui le agenzie delle Nazioni Unite si stanno misurando ieri durante un briefing speciale che si è tenuto a Ginevra con la stampa accreditata presso le Nazioni Unite. "Per anni abbiamo sostenuto la necessità di modificare il finanziamento della sanità globale e sottolineato l'importanza dell'autosufficienza e del finanziamento interno", ha spiegato il Dg nel suo discorso di apertura. "Noi - ha aggiunto rispondendo alle domande sul tema - abbiamo iniziato la nostra trasformazione nel 2017. Abbiamo fatto un'analisi e uno dei problemi sistemici identificati era la dipendenza dell'Oms da pochi donatori tradizionali".
Uno degli obiettivi, ha assicurato, era dunque proprio allargare la base dei donatori, anche perché "il ritiro di uno di loro avrebbe potuto causare una crisi, e questo non può essere osservato facilmente". "Che si tratti di Gaza, Haiti o Angola, l'Oms sta lavorando per affrontare una serie di gravi minacce per la salute pubblica. Molti sono venuti a porci domande sui cambiamenti apportati all'Oms a causa dei tagli dei finanziamenti alla salute. E' ovviamente un processo molto doloroso. In un briefing con gli Stati membri ad aprile ho illustrato la revisione del budget del programma ed è stata annunciata una nuova struttura organizzativa. Tuttavia, il nodo del calo degli aiuti esteri allo sviluppo non riguarda solo l'Oms o le agenzie sanitarie di Ginevra o altrove, ma" riguarda "il reale impatto che questo calo sta avendo sulla salute delle persone in molti Paesi. L'Accordo sulle pandemie e la sconfitta dell'Ebola in Uganda dimostrano che quando affrontiamo i problemi insieme, possiamo fare passi avanti storici. La regressione dei progressi che stiamo iniziando a vedere non è inevitabile".
E' poi entrato nel dettaglio delle attività di riorganizzazione in corso Raul Thomas, che all'Oms è Assistant Director-General per il settore Business Operations. "Come parte della nostra trasformazione, abbiamo effettivamente identificato il rischio" di avere una base ristretta di "pochi donatori. E e quindi abbiamo intrapreso un percorso costante per affrontare questo rischio". Ora "si sta esaminando come possiamo diventare più efficienti come organizzazione, quindi come i nostri processi aziendali possono essere semplificati, come possiamo valutare la possibilità di collaborare con altre entità senza duplicare gli sforzi nel sistema delle Nazioni Unite. C'è un'iniziativa" in corso e "la stiamo esaminando come parte del sistema delle Nazioni Unite, ma anche all'interno dell'Oms stessa, assicurandoci di non avere duplicati o frammentazioni degli sforzi. La stiamo esaminando in quello spazio di efficienza, esaminando la nostra catena di fornitura, esaminando come facciamo affari come processo più generale".
Fonte Adnkronos